Arte del cubo
Ogni forma artistica ha le sue regole... perché non provare a rivoluzionare le regole del cubo? So che i puristi del pensiero scientifico avranno i capelli dritti nel vedere questa figura. La nuova variante é che i pezzi possono essere collocati anche ruotati di 45 gradi lungo i loro assi. A patto che l'equilibrio lo consenta.
Avendo intrapreso la strada della rivoluzione, calpestiamo tutte le regole tranne una incancellabile: l'equilibrio. I pezzi sono collocati nella posizione che madre natura consente loro per l'azione della gravità e disposti in un gioco libero di incastri che amplia a dismisura le proprie possibilità.
Le regole dell'Arte
Questa é l'ultima spiaggia delle possibilità, l'avvicinamento ultimo al collega giardino Zen, la fede nel cubo come allegoria dell'universo nel quale caos e ordine sono in lotta perenne: infatti tutti i pezzi compongono l'Uno e tutti, nelle varie possibilità di incastro, si rivelano a turno negativi o positivi formando una sorta di segno del Tao tridimensionale. Ora che sapete del loro potenziale universale, provate a considerarli come i sassi del giardino Zen: nessuno penserebbe che si debbano incastrare. Disponeteli dopo accurata concentrazione secondo il vostro stato d'animo del momento. Siate consci che in qualunque momento sarete in grado di ripristinare l'ordine del cubo. Tutto questo regala il benefico effetto di una sensazione di controllo sulla vita in genere, che allevia la fatica quotidiana.
Nello spazio le angolazioni casuali dei pezzi assicurano la frattura dei piani ottici ai quali il nostro ambiente ci ha abituato creando un punto di interesse visivo dove l'occhio dapprima viene attratto e poi si sofferma nel gustare tutti quegli angoli inconsueti.
Emanuele Jaforte